Carissimo amico,
in un tempo in cui il mondo sembra oscillare tra il culto idolatrico della bellezza fisica e la manifestazione di una fede sempre più disincarnata, vorrei cogliere con te l’occasione di meditare in questa Pasqua 2018 sul tema del corpo.
Se rifletti con attenzione, tutto il Triduo Santo ha al centro il corpo: il Venerdì il corpo di Cristo inchiodato sulla croce, il Sabato il corpo deposto nel sepolcro, la mattina di Pasqua quel corpo che le donne erano andate ad ungere con oli profumati e che invece trovano misteriosamente sparito dalla tomba.
Ti invito, allora, con me a contemplare questo corpo di Cristo per non correre il rischio di ridurre la tua fede ad una vaga idea, ben lontana da quel “credo la risurrezione della carne”, che pur distrattamente ripetiamo in chiesa ogni domenica.
Ritornando a te, che hai tra le mani questo opuscolo per consultare gli orari e i percorsi delle diverse processioni, potrei dirti che in fondo anche queste sono “attività corporali”. Le processioni della settimana santa in fondo sono preghiere fatte con il corpo: solo una piccolissima parte di confratelli, infatti, prega il rosario durante il tragitto; molti pregano con il canto dei diversi cori; tutti pregano con i loro passi e la fatica del proprio corpo.
Sollecitati dalla cultura in cui il corpo è tanto sovraesposto per le mille foto pubblicate sui diversi social, quanto nascosto con vergogna quando non più rispondente a certi canoni, siamo chiamati a meglio comprendere questo dono grande che abbiamo ricevuto e che il Figlio di Dio stesso ha voluto condividere con noi.
Dio, infatti, non solo si è fatto carne, ma si è fatto corpo, corpo di uomo, addirittura corpo di maschio. Non è questo lo stupido pretesto per legittimare un superficiale maschilismo, ma l’occasione di interrogarsi sul valore spirituale della differenza sessuale e più ancora del fatto che Dio non abbia assunto “un corpo in generale”, ma abbia sperimentato la povertà di “un corpo maschile”, di un corpo cioè sessuato.
Nel racconto del libro della Genesi è detto che l’uomo maschio sperimenta fin da subito la povertà della solitudine che solo il dono della donna riuscirà a colmare. Dunque, quando a Natale affermiamo che Il Verbo si fece carne, diciamo che Dio non solo ha sperimentato quella fragilità umana che tutti noi conosciamo, ma, nella carne dell’uomo Gesù, ha fatto sua anche quella incompletezza-povertà che aveva sentito il primo Adamo, l’incompletezza, cioè, di un corpo sessuato e capace di descrivere solo a metà la meravigliosa bellezza dell’essere umano.
Quello che stai leggendo, per quanto possa risultare nuovo, è una verità antica che la Chiesa d’oriente ha saputo conservare meglio di noi, associando il Venerdì Santo all’icona del Nymphios, cioè dello Sposo, nella quale il legno della croce non è solo lo strumento del supplizio e della morte ma il talamo, cioè il letto nuziale, dove lo Sposo ama la sposa, le dà il suo corpo e, in un amore indissolubile, dona tutto se stesso per la Chiesa che l’ha appena tradito e rinnegato.
Tutto il mistero della Passione Morte e Risurrezione può essere letto in questa chiave sponsale, in cui la passione non è solo sofferenza, ma amore del Cristo-sposo che si consegna totalmente alla Chiesa sua sposa, amore sponsale di Dio per tutta l’umanità, anche se ferita e infedele, così come lo sono stati il popolo d’Israele, la Chiesa e tante volte anche tu e io.
Carissimo fratello, quanta forza avrebbero le nostre processioni se le vivessimo con questa passione, se provassimo a entrare nel circolo d’amore divino, che ci tira fuori dallo sterile ripetersi della tradizione e ci apre all’orizzonte alto della vita cristiana. Tutti allora, contemplando il corpo di Cristo-Sposo, potremo avvertire in questi giorni la chiamata a essere un’unica carne con Lui, a celebrare le nozze con Lui perché le nostre comunità siano davvero feconde, le nostre parrocchie capaci di generare alla fede e le nostre processioni testimonianze efficaci di amore e passione
In questa Pasqua 2018 puoi dare la tua risposta nel corpo al dono del corpo di Cristo, puoi fare tuoi i sentimenti della sposa del Cantico dei Cantici che vuole abbracciare e darsi al suo sposo, puoi anche tu dire un sì sponsale all’amore di Dio. Buona Pasqua, buone nozze!
don Rito Maresca
Amministratore Parrocchiale Santa Maria di Galatea